martedì 22 aprile 2014

Minacce di sgombero e razzismo istituzionale. Welcome in Italy

I migranti, che da febbraio scorso vivono in condizioni di quasi invisibilità nell'ex convento di Santa Chiara sul lungomare di Bari (Casa del rifugiato), hanno scritto una lettera per mettere in evidenza le loro condizioni di disagio permanente quando arrivano in Italia a causa delle leggi e accordi dello Stato. Al momento nella Casa del rifugiato sono presenti circa trenta/quaranta persone, tra cui anche italiani sfrattati, senza casa e reddito. Attraverso la solidarietà e una rete di supporto autorganizzata oggi si riesce a garantire una cucina per una mensa autofinanziata e corsi di italiano presso l'Ateneo di Bari.
Nel frattempo però, dopo aver subito uno sgombero lo scorso 26 febbraio, le istituzioni competenti, dalla Prefettura al Comune di Bari, non hanno dato concrete risposte ai loro minimi bisogni quotidiani e alle loro rivendicazioni. Ormai l'indifferenza è la più assoluta, l'obiettivo è quello di lasciar vivere i migranti (e non solo!) in condizioni di 'clandestinità', nel pieno di un razzismo istituzionale basato su negligenza, repressione, disciplinamento e controllo sociale! Non è un caso che di fronte alla richiesta di sgombero della Casa del rifugiato da parte della Sopraintendenza, (come apparso oggi su Repubblica Bari on line) le istituzioni non si mobilitino, non intervengano politicamente, bensì solo con le armi della legge del più forte. Come sappiamo i migranti non votano. In campagna elettorale non producono consenso, anzi un'eventuale intervento nei loro confronti rischia di non generare voti.
Rivoltiamo la precarietà


Cari e care,

In Italia esistono delle leggi che non ci permettono di vivere dignitosamente. Come migranti arrivati tra il 2011 e il 2012 dalla Libia dopo un tormentato viaggio in mare avremmo dovuto vederci riconoscere un permesso di soggiorno. La questura, al contrario, cerca in ogni modo di rendere difficile la nostra “regolarizzazione”, chiedendo, per esempio, ai fini dell’ottenimento del permesso di soggiorno, un certificato di residenza, ben sapendo che senza permesso di soggiorno è praticamente impossibile accedere ad un contratto d’affitto, e quindi ad una residenza. La stessa cosa vale per il lavoro, si pretende un contratto di lavoro per accedere al permesso di soggiorno.


Accoglienza. La grande maggioranza dei rifugiati, usciti dal Cara di Bari, non ha un luogo dove passare la notte. Molti dormono in Piazza Umberto o agli angoli delle strade. Chi prova a rientrare di nascosto nel Cara, viene cacciato via in malo modo, senza un briciolo di umanità, nel buio e al freddo. Tanti si raffreddano, si ammalano, sino a vomitare sangue, oppure diventano matti. Alcuni migranti con famiglie al seguito, non riescono ad accedere nemmeno ad un pasto giornaliero. Per questo, alcuni di noi hanno deciso di occupare uno palazzo pubblico abbandonato da tanti anni, alla ricerca di un po’ di riparo.

La Casa del Rifugiato. Luce: Il palazzo non ha fonte di energia. Dormiamo tutti al buio. Il palazzo era in ristrutturazione e vi sono buchi nel pavimento. Senza luce è rischioso camminare di sera.
Acqua: all’interno del palazzo non vi è acqua, ma solo all’esterno.
W.c.: non ci sono bagni. Siamo costretti ad utilizzare bagni al di fuori del palazzo, e non possiamo farci docce.
Documenti e permessi di soggiorno: quasi tutti i migranti che vivono alla Casa del Rifugiato, sono arrivati dalla Libia, scappando dalla guerra. Avrebbero dovuto ottenere un permesso di soggiorno ma così non è stato. Perché?


Non solo. Ci sono anche rifugiati che dopo l’ottenimento dei documenti, non sanno dove dormire.
A questo proposito segnaliamo un fatto che non riusciamo a spiegarci: i migranti arrivati a Lampedusa dalla Libia vennero dislocati in vari Cara in tutta Italia. Sappiamo però, che in alcuni Cara le commissioni hanno riconosciuto il permesso di soggiorno, ed in altri, come Bari, no, nonostante i casi fossero gli stessi.
Bari è l’unico luogo che conosciamo, ma stiamo soffrendo. Non abbiamo casa, non abbiamo lavoro, non abbiamo documenti.


Per questo chiediamo che ci venga assegnata un'abitazione. Più volte abbiamo anche proposto alle istituzioni di assegnare una casa ai migranti 'espulsi' dal Cara. Siamo pronti anche a ristrutturare un palazzo, qualsiasi edificio dove siano presenti delle condizioni minime per viverci dignitosamente. A fronte di queste richieste al momento le uniche risposte ricevute sono minacce di sgombero senza soluzioni alternative.

Per questo chiediamo a tutti di sostenerci partecipando al sit-in che terremo giovedì 3 aprile davanti al comune di Bari dalle ore 10 in poi.

Gli abitanti dell'ex-casa del rifugiato


Aprile 2014

Per saperne di più sul permesso di soggiorno a punti leggi qui http:
http://coordinamentomigranti.org/2014/03/28/reato-di-soggiorno-per-punti/

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